Bruxismo dei bambini
Bruxismo dei bambini
Molti genitori consultano il nostro studio preoccupati dal rumoroso stridore dei denti del loro bambino durante il riposo notturno. Il bruxismo durante il sonno è un fenomeno sempre più comune anche nei bambini (Manfredini 2013).
Il bruxismo, come le vocalizzazioni ed il succhiamento del pollice, è una modalità infantile che serve a scarica la naturale tensione emotiva interna; le conseguenze più comuni sono l’usura dei denti e mal di testa o malessere al risveglio.
Di solito il bruxismo infantile è legato alla instabilità del combaciamento delle arcate dentarie durante la fase di coesistenza tra denti da latte e denti definitivi e si risolve spontaneamente con il trascorrere degli anni sino a quando la dentizione permanente si completa. Infatti nei bambini non si interviene con il bite dentale, cioè con la protezione notturna, che tipicamente viene prescritta invece per gli adulti.
Solo in casi eccezionali il bruxismo non ha caratteristiche fisiologiche.
Alcuni comportamenti legati al sonno, come il russare, la respirazione orale, il sonno irrequieto, la perdita di saliva durante il sonno, la posizione del corpo durante il sonno e il tempo di sonno inadeguato sono stati individuati come fattori di rischio o fattori associati al bruxismo SB nei bambini [H. Guo, T. Wang, X. Li, Q. Ma, X. Niu, J. Qiu, What sleep behaviors are associated with bruxism in children? A systematic review and meta-analysis, Sleep Breath. (2017).
La quantità e la qualità di sonno adeguati sono fondamentali per la salute dei bambini, poichè influenzano il comportamento emotivo così come la capacità di apprendimento e l’attenzione durante il giorno. Si è visto inoltre che alterare le abitudini legate al sonno (ad esempio, leggere, guardare la TV, giocare ai videogames prima di andare a dormire) potrebbe portare all’insorgenza di disturbi del sonno nei bambini [M.J. Sateia, International classification of sleep disorders-third edition: highlights and modifications, Chest 146 (2014) 1387 ̈C1394. J Dent. 2017 Nov;66:83-90].
Dallo studio è emerso che l’adottare regolari abitudini legate al sonno (cioè i comportamenti assunti prima, durante e dopo il sonno) e regolari orari di coricamento serali, sveglia mattutina e durata del sonno, sono tutti fattori importanti per ridurre il rischio di insorgenza dei disturbi del sonno.
Tra i vari comportamenti del sonno in esame, alcuni disturbi e parasonnie sembrano essere associati a bruxismo infantile riportato dai genitori (difficoltà respiratorie, agitazione notturna, ansia notturna).
Per quanto attiene le difficoltà respiratorie, il ruolo dell’ortodontista e dell’otorinolaringoiatra potrebbe essere efficace in sinergia per intercettare un restringimento delle vie aeree superiori e attuare un protocollo terapeutico migliorativo o addirittura risolutivo con minimo impatto invasivo.
Una respirazione fisiologica deve avvenire con il naso: respirare con il naso infatti permette non soltanto di attivare un naturale processo di detersione, umidificazione e riscaldamento dell’aria inspirata, ma anche di guidare lo sviluppo della muscolatura della bocca e la crescita dei denti.
Se il tuo bambino respira prevalentemente con la bocca potrebbe avere un problema di adenoidi o tonsille voluminose, che impediscono il passaggio dell’aria attraverso le vie nasali, oppure semplicemente potrebbe non aver ancora imparato a respirare con il naso. Questo potrebbe portare a una futura malocclusione ed il bruxismo notturno potrebbe esserne un sintomo precoce.
Come primo approccio sarà necessario portare il bambino da uno specialista otorino e dopo avere verificato che non ci sono problemi di ostruzione sarà utile rivolgersi a un logopedista che insegni al piccolo la respirazione nasale, a soffiarsi il naso e a mantenere una buona igiene nasale.
La fonazione è un altro aspetto a cui prestare attenzione per capire se lo sviluppo delle funzioni orali nel bambino sta avvenendo correttamente: se il bimbo pronuncia male alcuni fonemi è il caso di consultare anche l’ortdontista oltre il logopedista.
L’incapacità di articolare correttamente alcuni suoni infatti può essere sia effetto sia causa di una cattiva occlusione, e dipendere da una conformazione particolare della lingua (per esempio con un frenulo linguale troppo corto) ma anche da una cattiva occlusione dentale come i denti superiori troppo sporgenti rispetto a quelli inferiori.