Scaling e root planing
Scaling e root planing
La semplice seduta di igiene orale professionale, indicata al massimo ogni 6 mesi, non è sufficiente per supportare i pazienti meno scrupolosi nel mantenimento domiciliare, magari anche fumatori e soprattutto in arretrato con le sedute da molti anni.
Per questi pazienti serve una pulizia “straordinaria” in più sedute per recuperare lo stato di salute orale e bloccare la progressione della malattia parodontale e dei suoi sintomi: sanguinamento gengivale, ipersensibilità, denti che si muovono.
Perchè tante sedute?
- per rendere consapevole il paziente di quali rischi di salute generali comporta trascurare l’igiene orale
- per insegnargli ad usare correttamente gli strumenti di igiene personalizzandoli per la sua particolare situazione dentale e gengivale.
- per riuscire a rimuovere senza fretta tutti i residui di biofilm e tartaro dalle superfici dei denti e delle radici.
- per rilevare le radiografie e le fotografie diagnostiche
- per verificare in più appuntamenti che il paziente abbia imparato ad usare efficacemente gli strumenti di igiene consigliati e consegnati.
- per monitorare gli effetti della nostra terapia;
- per compilare il parodontogramma, una mappa dei valori di misura della profondità della tasca gengivale, delle recessioni gengivali e di sanguinamento al sondaggio.
Il courettage è una microdetersione del tessuto gengivale infiammato, molle e non guaribile; viene eseguito con uno strumento manuale, applicando anestetico locale e, alla fine, sostanze decontaminanti come gel ad alta concentrazione di clorexidina.
Lo scaling è la rimozione dei depositi di tartaro più tenaci e profondi dalla radice del dente, dove non è possibile arrivare con i delicati inserti degli strumenti ad ultrasuoni.
Anche questa procedura prevede uno strumento manuale, anestesia locale ed il completamento con il root planing, una lucidatura che rende meno aggredibile dalla placca batterica la radice dentaria.
Oggi questi pilastri della preparazione iniziale in parodontologia sono supportati anche dall’introduzione dei nuovi protocolli di decontaminazione con getto di polveri micronizzate; utilizzando uno specifico strumento i denti del paziente vengono irrorati da un getto controllato di polvere di glicina. La dimensione estremamente ridotta delle molecole di questa sostanze, diversamente dai tradizionali getti di bicarbonato, ha un effetto istantaneo di:
- sbiancamento delle macchie alimentari o da fumo
- disgregazione e rimozione del biofilm della placca batterica
- decontaminazione delle tasche.
Non è vero che questo tipo di pulizia dei denti rende mobili i denti e fa ritirare le gengive:
- i denti erano già mobili prima del trattamento, ma il paziente non ne aveva percezione perchè “murati” dal tartaro che li incollava tra loro
- le gengive gonfie coprono il dente simulando un aspetto sano; quando l’infiammazione guarisce, dopo la terapia, la scomparsa del gonfiore crea una tonificazione e retrazione dei tessuti che slatentizza il danno prima non visibile.
E per favore, smettiamo di farci raccontare la storiella della saliva acida che forma tartaro frequentemente. Non si può proprio più ascoltare!
Bisogna farsi insegnare a lavare i denti bene e, soprattutto, farseli pulire bene da un dentista o da un igienista dentale che dedicano il tempo giusto, gli strumenti idonei, i protocolli aggiornati ed i presidi personalizzati per gestire correttamente la propria salute orale.